Perché un professionista sanitario?

Molto spesso cerchiamo la soluzione a ciò che ci sta causando disagio, che sia un dolore, un problema nell’eseguire un’attività – da una semplice camminata ad un gesto atletico particolare, o posturale – nei modi più disparati, o peggio, credendo che questo scompaia da solo, attendendo.

Un dolore al tallone? Mettiamo una talloniera nella scarpa.  Un mal di schiena? Sarà che stiamo molto seduti, magari passa. Un mal di testa? Che ci vuole, un antidolorifico ed il gioco è fatto!

È importante sapere che uno stesso dolore, in una parte del piede o del corpo, può avere più di una causa: il nostro corpo, infatti, si fa carico di tutto quel che succede, in ogni momento della nostra vita, non prevedendo soluzioni “istantanee”.

E qui, sia per la prevenzione che la cura, entra in gioco il professionista sanitario.

Il terapista deve comprendere tre elementi-chiave:

Cosa sta causando quel dato problema

Come sta causando il problema

Quanto quella struttura sia coinvolta

Una valutazione che manchi di uno di queste tre componenti risulta incompleta; il rischio è quello di non riuscire a risolvere il problema.

Nello specifico, possiamo identificare per ciascuno di questi tre parametri chi, come e quanto, un momento della valutazione:

  • Storia clinica, esame obiettivo e valutazione palpatoria rappresentano rispettivamente il colloquio iniziale, la successiva ricerca dei segni e dei sintomi, e la percezione manuale del possibile tessuto corporeo interessato dal problema. Questi rispondono globalmente al parametro “cosa”;
  • Valutazione funzionale e posturale ci aiutano a capire il comportamento della struttura dolente, e di ciò che sta attorno ad essa. Inoltre, ci consentono di capire se il problema da risolvere si trovi o meno nella parte coinvolta, o se questa stia dando problemi per via di una causa che si trova in altre parti: quante volte abbiamo sentito dire che un cattivo appoggio del piede può essere la causa di un mal di schiena? Queste valutazioni rispondono al parametro “come”;
  • Valutazione strumentale serve a quantificare il più oggettivamente possibile gli elementi in gioco in quel problema, aiutando a seguirne nel tempo l’evoluzione: per esempio, in una metatarsalgia (quel dolore che sentiamo vicino alle dita dei piedi) potremmo avere un passo che sovraccarica per troppo tempo quella zona, o troppe forze esercitate in quel punto. La valutazione strumentale risponde al parametro “quanto”.

Ciascuno di questi momenti è esclusivo, e non può essere sostituito da un altro momento: per esempio, una valutazione strumentale baropodometrica potrà sicuramente dirci quanta pressione coinvolge il tallone che ci fa male (parametro “quanto”), ma non ci dirà nulla degli altri due parametri.

In conclusione, ecco il messaggio che desidero darti: la soluzione del problema che hai passa per una adeguata valutazione e trattamento di un professionista sanitario!

Risulta inoltre importante chiarire che la diagnosi, definita come l’individuazione e riconoscimento di un dato processo patologico in corso, risulta atto medico, pertanto presso il mio studio non vi sarà alcuna formulazione di diagnosi medica, criterio determinante per poter procedere in caso di mancato accertamento precedente.

Cosa puoi aspettarti da una visita presso il mio studio?