Immagina di avere il pollice verde: preso dai lavori in giardino, sollevi un vaso di fiori per spostarlo sotto la tettoia. Di colpo, percepisci un fastidiosissimo dolore alla schiena, lì in basso, e ti blocchi con il fiato rotto a metà. Lentamente ti avvii verso casa, ti sdrai piano piano e sudi freddo per paura sia successo l’irreparabile. Il giorno dopo, chiami il tuo curante.
Quanto ho descritto in poche parole è quanto potrebbe succedere, diciamo, a chiunque. Nel corso della vita, infatti, sperimentiamo una o più volte dolori di origine muscolo-scheletrica: per farti un esempio, il mal di schiena è ormai una delle cause primarie di disabilità a livello mondiale (Fonte: PubMed.gov), ma anche mal di collo e vari dolori agli arti si fanno sentire (Fonte: PubMed.gov).
E i problemi sono appena iniziati…
- Tendenza a vedere in un evento acuto (per esempio il classico “colpo della strega”) qualcosa che necessiti di evitamenti da mantenere a vita (“attenzione a come sollevi quell’oggetto!” o ancora “non fare movimenti bruschi!”) – (Fonte: PubMed.gov)
- Ricerca a tutti i costi di una causa strutturale (“ho mal di schiena perché ho delle protrusioni al disco”) o posturale (“ho mal di schiena perché sto seduto male”) cui dare la colpa (Fonti: PubMed.gov –PubMed.gov);
- Scarsità di informazioni attendibili su cosa effettivamente poter fare per venire a capo della situazione.
Questi sono i problemi che ogni giorno viviamo, e che rischiano di portare ad una conseguenza che non deve essere trascurata, la paura del dolore.
Ok, ma cos’è il dolore innanzitutto?
Non voglio rendere tutto pesante e difficile da capire, promesso.
Intanto, vorrei essere chiaro:
Il dolore è fondamentale per tutti noi, perché rappresenta una sensazione che ha un valore protettivo.
Senza una sensazione dolorosa che ci avverte, non saremmo in grado di renderci conto di eventi dannosi per il nostro corpo in tempo per levarci d’impiccio. Da un certo punto di vista, possiamo dire che abbia un valore di esperienza – quando da bambino capisci che il fuoco brucia, difficilmente lo toccherai di nuovo – .
Essendo una sensazione, il dolore è una esperienza soggettiva, percepibile anche in assenza di danno fisico reale (Fonte: PubMed.gov), ed è influenzato da moltissimi elementi:
- L’attenzione all’esperienza dolorosa;
- L’emozione connessa all’evento traumatico;
- Le aspettative che hai su cosa potrebbe comportare un evento che ritieni dannoso per te;
- Il significato che dai al dolore che provi.
Se la paura prende il sopravvento
Ti ricordi l’esempio iniziale del blocco acuto di schiena spostando il vaso in giardino? Escluse patologie importanti dopo consulto medico, sono possibili due evoluzioni:
Puoi scegliere di affrontare nuovamente le attività giornaliere, sociali o sportive che siano; gradualmente riprendi il movimento, fino a spostare ancora una volta, stavolta senza problemi, quel vaso di fiori che era rimasto fermo in un angolo del tuo giardino;
Puoi accostare l’evento doloroso a qualcosa di pericoloso, segno di debolezza o disabilità, che necessita di costante attenzione e cautela. Guarderai da lontano il vaso di fiori, immaginando la prossima fitta di dolore al primo tentativo di movimentazione. Sospirerai, e deciderai che ormai non hai più l’età per certi lavoretti.
Mentre la prima possibilità apre la strada ad un recupero dalla condizione dolorosa in maniera ottimale, la seconda si rivela essere paralizzante: la paura di una nuova situazione dolorosa comporta l’evitamento di attività che invece sono essenziali o di routine nella tua vita, con ripercussioni su:
- Condizione fisica, perché il corpo è fatto per muoversi!
- Stabilità emotiva, perché chi sarebbe contento di dover evitare le attività che tanto gli piacevano fino ad un attimo prima per la paura di farsi male?
Che cosa si può fare?
Ecco alcuni consigli che spero troverai utili:
- Il tuo corpo è molto più forte di quello che pensi, per cui se hai escluso col medico cause più gravi che necessitano approfondimenti, rimani in movimento! Perfino una semplice camminata può rivelarsi una valida alleata nel recupero (Fonte: PubMed.gov);
- Non pensare che i farmaci possano sostituirsi ad uno stile di vita adatto alle tue necessità. Per esempio, l’utilità degli oppioidi per gestire problemi muscolo-scheletrici è dubbia sia in caso di dolore acuto (Fonte: PubMed.gov), che cronico (Fonte: PubMed.gov);
- Un professionista sanitario può essere determinante nel velocizzare e migliorare la qualità del tuo recupero dopo un evento acuto, ascoltandoti e dandoti consigli adatti, oltre ad abbinare esercizi pensati per la tua necessità e/o terapia manuale (Fonte: PubMed.gov). Quando si tratta di venire fuori da una situazione problematica, l’unione fa la forza (Fonte: PubMed.gov).
Se ti accorgi di continuare ad evitare costantemente sforzi fisici per paura di nuovi episodi di dolore, non isolarti pensando di non avere uscita: spesso si tratta solo di spezzare quel circolo vizioso. Come dice un aforisma che mi piace molto, “La vita è composta per il 10% da ciò che mi accade e per il 90% dal modo in cui reagisco”!
Ultima cosa: e l’Osteopatia?
Ricerche promettenti sembrano attestare la possibilità di intervenire efficacemente su ansia, la qualità di vita e lo stato di salute generale in persone con dolore persistente! (Fonte: Comecollaboration.com)